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14 Giugno 2025 – XVII Giornata Amaduzziana (con foto e video)

GIOVANNI CRISTOFANO AMADUZZI

Sabato 14 giugno 2025 alle ore 17.00 nell’Aula Magna della Rubiconia Accademia dei Filopatridi

XVII GIORNATA AMADUZZIANA

INTERVENTI

Prof.ssa ALESSANDRA DI RICCO
Ordinaria di Letteratura italiana, Dipartimento di Lettere e Filosofia – Università di Trento

BERTOLA, BELFORTE, AMADUZZI E LA NUOVA POESIA DELLA NATURA

Dott. PIERFILIPPO SAVIOTTI
Direttore Biblioteca “Card. Carlo Maria Martini”, Seminario Arcivescovile di Milano

«PRODUZIONI DI SOGNI E VISIONI D’INFERMI»: GIOVANNI CRISTOFANO AMADUZZI COLLABORATORE DI GIAMBATTISTA BODONI PER LE EDIZIONI IN CARATTERI ORIENTALI

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ALESSANDRA DI RICCO
Professoressa ordinaria di Letteratura italiana all’Università degli Studi di Trento. Si è occupata di
vari autori, generi e momenti della cultura letteraria del Settecento e dell’Ottocento. Tra questi si
segnalano gli studi su Parini, Goldoni, Verri, Casti, Bettinelli, Bertola, Gianni, Manzoni; sulla poesia
estemporanea, la satira, la commedia, l’idillio, la favola in versi, il giornalismo per dame, la poesia
dell’Arcadia, l’epistolografia, i generi didascalico ed encomiastico, la letteratura del triennio
giacobino e dell’età napoleonica, i rapporti tra letteratura e reti diplomatiche nel Settecento.
Accanto a numerosi saggi in rivista e atti di convegni, ha pubblicato le monografie Studi su letteratura
e popolo nella cultura cattolica dell’Ottocento, Pisa, Giardini 1990, L’inutile e maraviglioso
mestiere. Poeti improvvisatori di fine Settecento, Milano, Angeli 1990, Tra idillio arcadico e idillio
‘filosofico’. Studi sulla letteratura campestre del ‘700, Lucca, Maria Pacini Fazzi 1995, L’amaro
ghigno di Talia. Saggi sulla poesia satirica Lucca, Maria Pacini Fazzi 2009, Scorci di Settecento,
Lucca, PubliEd 2012.
Ha curato edizioni di testi settecenteschi (di Bettinelli, Monti, Goldoni e altri autori minori) e volumi
miscellanei sulla tradizione del prosimetro, dell’elegia e dell’idillio.

Bertola, Belforte, Amaduzzi e la nuova poesia della natura
I carteggi di Giovanni Cristofano Amaduzzi con Aurelio de’ Giorgi Bertola e con Antonio De
Gennaro, duca di Belforte, gettano luce sulla carriera letteraria del poeta riminese e sull’ambiente
culturale che ruotava intorno a quest’ultimo nella Napoli degli anni Settanta e Ottanta del Settecento.
A differenza di quello con Bertola, il rapporto di Amaduzzi con De Gennaro rimarrà solo epistolare,
ma non per questo meno rilevante. È Bertola a mettere in corrispondenza Amaduzzi con il duca di
Belforte, divenuto, fin dal primo approdo nella città partenopea, dove si trasferì nel 1774, il suo
migliore amico e indiscusso mentore. Del dialogo instauratosi tra queste tre personalità sono
testimonianza sia lettere del riminese che quelle del napoletano, i quali riconobbero concordemente
nella figura dell’illustre erudito savignanese un loro interlocutore privilegiato.
Ma tale Amaduzzi era stato per il giovane Bertola fin dagli inizi della propria carriera, quando la sua
prima notorietà era affidata alle Notti clementine, scritte in occasione della morte di papa Clemente
XIV, promulgatore della bolla Dominus ac Redemptor che aveva abolito la Compagnia di Gesù. Si
stabilì allora una forma di patronage da parte di Amaduzzi nei confronti dell’autore di quell’operetta,
che aveva il merito di difendere l’operato del papa, vilipeso dalle correnti filogesuitiche alle quali
Amaduzzi stesso si opponeva.
Un altro terreno di incontro con Bertola fu, negli anni che videro il trionfo romano
dell’improvvisatrice Maria Maddalena Morelli, quello della poesia estemporanea, per la quale sia il
poeta che Amaduzzi nutrivano un vivo interesse, testimoniato anch’esso dai loro scambi epistolari. I
successi di Corilla Olimpica si intrecciavano infatti con le esigenze di rinnovamento della poesia
portate avanti in Arcadia da Gioacchino Pizzi e Luigi Godard e condivise da Amaduzzi.
Con il trasferimento a Napoli, l’esigenza di superare le vecchie convenzioni poetiche con le quali
l’Arcadia aveva raffigurato la scena campestre spingono Bertola a dar vita a una nuova forma di
poesia della natura, che si avvale dei risultati di una lettura ‘filosofica’ del paesaggio elaborata
nell’ambiente che faceva capo al duca di Belforte e al suo sodalizio.

PIERFILIPPO SAVIOTTI
Pierfilippo Saviotti (Voghera, 1993) è direttore della Biblioteca “Card. Carlo Maria Martini” del
Seminario Arcivescovile di Milano.
Dopo la laurea triennale in Lettere all’Università degli Studi di Milano e magistrale in Filologia
Moderna all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha svolto un semestre di ricerca ad Anversa, in
collaborazione con l’Universiteit Antwerpen e il Plantin-Moretus Museum.
Nel 2024 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Studi storici presso l’Università degli Studi di
Milano, in co-tutela con l’Universidad de Salamanca, con una tesi sull’attività tipografica di
Giambattista Bodoni (1740-1813) con i caratteri degli alfabeti orientali.
Fa parte del comitato di redazione de «L’Almanacco bibliografico» (bollettino trimestrale di
informazione sulla storia del libro e delle biblioteche in Italia) del CRELEB e del comitato scientifico
del progetto “Libri Ponti di Pace” per la salvaguardia del patrimonio librario delle biblioteche
francescane di Gerusalemme e del Cairo.

«Produzioni di sogni e visioni d’infermi»: Giovanni Cristofano Amaduzzi collaboratore di
Giambattista Bodoni per le edizioni in caratteri orientali
Pierfilippo Saviotti
Direttore della Biblioteca “Card. Carlo Maria Martini” del Seminario Arcivescovile di Milano
(pfsaviotti@gmail.com)
Abstract
Come è noto, il tipografo italiano Giambattista Bodoni (1740-1813) fece il suo apprendistato a
Roma presso la Tipografia Poliglotta della Congregazione di Propaganda Fide, una delle più
importanti tipografie d’Europa tra il XVII e il XVIII secolo, specializzata nella stampa di edizioni
in alfabeti orientali per la preparazione linguistica e culturale dei missionari inviati in Oriente
per l’opera di evangelizzazione.
Non si sa molto degli anni trascorsi da Bodoni a Roma, ma molto si può dire sull’importanza
dell’esperienza alla Tipografia Poliglotta per la crescita delle capacità e delle competenze dello
stampatore di Saluzzo, che sviluppò nel successivo periodo a Parma come direttore della
Stamperia Reale.
Molto importanti furono anche i rapporti con personalità politiche, religiose e culturali legate
in vario modo alla Congregazione di Propaganda Fide che Bodoni iniziò a Roma e continuò negli
anni successivi. Tra questi, va sicuramente menzionato Giovanni Cristofano Amaduzzi (1740-
1792), filologo classico e, dal 1770, sovrintendente proprio della Stamperia poliglotta di Pro-
paganda Fide.
Mentre alcune prime note sul rapporto professionale tra Bodoni e Amaduzzi si devono a un
importante contributo di Rosa Necchi, il presente lavoro si propone di esplorare la collabora-
zione tra il tipografo e il filologo per la pubblicazione di edizioni in alfabeti orientali (tra cui il
greco) e lo sviluppo dei caratteri “esotici” di Bodoni. In particolare, la collaborazione culturale
ed editoriale tra Bodoni e Amaduzzi si sviluppò su due fronti: da un lato, il lavoro per la pubbli-
cazione dell’edizione critica dei Caratteri di Teofrasto basata sul codice greco-vaticano 110
(curata da Amaduzzi e pubblicata dalla tipografia diretta da Bodoni) e, dall’altro, un continuo
scambio di conoscenze (tecniche e filologiche) sugli alfabeti orientali e di informazioni biblio-
grafiche.
Attraverso un meticoloso esame dell’epistolario conservato tra Parma e Savignano sul Rubi-
cone, si intende ricostruire le caratteristiche peculiari della collaborazione editoriale tra due
delle personalità più influenti del mondo culturale italiano tra XVII e XVIII secolo.