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Giancristofano Amaduzzi

(1740-1792)

Nato a Savignano di Romagna (località Fiumicino) morì a Roma.

Dopo aver compiuto gli studi nel Seminario di Rimini e poi sotto la guida di Giovanni Bianchi (Jano Planco), si trasferì a Roma ove ben presto fu apprezzato per la sua vastissima cultura.

Le sue pubblicazioni sull’archeologia, storia, filosofia, teologia, diritto, lingue antiche ed orientali lo collocarono al centro del dibattito culturale del suo tempo.

Come filosofo seguì l’indirizzo di Galileo, Newton e Leibniz, contestando, in tal modo, gli ultimi residui di cultura aristotelica presenti nello Stato Pontificio.

Erudito grecista, fu docente di greco nell’Archiginnasio della Sapienza in Roma e nel Collegio Urbano di Propaganda Fide, della quale divenne pure Soprintendente alla Stamperia.

Fu socio onorario di tantissime Accademie italiane (Arcadia, Etrusca di Cortona, Letteraria dei Diseguali Placidi di Recanati, Reale di Napoli) e straniere, fra cui quella irlandese.

Dal suo immenso epistolario sappiamo che era in comunicazione con gli studiosi di tutta Europa, in una sorta di comunità culturale che è stata interpretata come l’anticipazione dell’unione europea moderna.

La sua cospicua biblioteca (circa 4.500 volumi) e la raccolta dei suoi manoscritti e dell’epistolario (circa 50 volumi), sono custodite presso la Biblioteca Accademica e ancora oggetto di attento studio da parte di ricercatori provenienti da tutto il mondo.