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Bartolomeo Borghesi

(1781-1860)

Nacque a Savignano l’11 luglio da Caterina Conti e Pietro Borghesi. Celebre numismatico, aumentò in maniera considerevole la già cospicua raccolta di medaglie antiche iniziata dal nonno (Bartolomeo) e continuata dal padre. Raggiunse in tal campo rinomanza europea per aver dettato i canoni scientifici della disciplina.

Profondo conoscitore della storia di Roma, scrisse in proposito una delle sue opere più importanti, i Nuovi frammenti dei Fasti consolari capitolini.

Famoso epigrafista, si guadagnò la stima degli storici del suo tempo, fra i quali Teodoro Mommsen che lo chiamò “maestro, padrino e amico”.

Fu socio di numerosissime Accademie d’Europa (Parigi, Berlino, Monaco, Gottinga, Vienna e San Pietroburgo) ma ebbe per primo il pensiero di riordinare l’Accademia della sua terra natale, non seconda ad altre in Romagna per nobiltà, gloria ed esempi. Ricoprì a vita la carica di pemenografo (segretario) dell’Accademia che lo onora tutt’oggi quale Segretario Perpetuo.

Visse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi al lavoro ed allo studio nella pace e nella tranquillità del Titano. Lassù salirono, per avere consigli, insigni studiosi fra i quali il già citato Mommsen. Giacomo Leopardi lo ammirò e Giosuè Carducci scrisse che il nome di Borghesi valeva più di un secolo di filologia.

Fu decoro degli studi archeologici, onore dell’Europa intera. Napoleone III ne dispose la stampa in italiano, a proprie spese, presso l’Imprimerie Impériale, di tutte le opere, esprimendo con ciò il supremo omaggio al genio dello studioso.

Morì nella Serenissima Repubblica il 16 aprile dopo aver raggiunto, per meriti acquisiti, le più alte cariche consentite ad un cittadino non nativo della Repubblica di San Marino.