Dal blog del giornalista e scrittore Salvatore Giannella, ideatore del museo.
Ha aperto sabato 16 maggio 2015 a Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, in un antico torrione seicentesco restaurato, il MAIO, Museo dell’Arte in Ostaggio. Un piccolo ma suggestivo museo ideato dal giornalista e scrittore Salvatore Giannella che vuole sollecitare memorie e azioni per recuperare le 1.651 opere «ancora prigioniere di guerra» trafugate in gran parte dai nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale. Tra i tanti capolavori c’è anche la “Testa di fauno”, prima scultura di Michelangelo, rubato dal Castello di Poppi, in provincia di Arezzo, nella notte tra il 22 e il 23 agosto 1944 dai nazisti della 305* divisione di fanteria.
Nel MAIO una postazione multimediale con video 3D, opera della giovane start up milanese Streamcolors, presenta ed esplora alcune delle opere ancora “prigioniere di guerra” trasformandole in immagini rielaborate attraverso algoritmi e pennelli elettronici.
Salvatore Giannella, il giornalista e scrittore che ha ideato il MAIO, con alle spalle la “Testa di fauno” di Michelangelo, simbolo delle opere d’arte ancora prigioniere di guerra. Suoi i libri: “L’Arca dell’Arte” (Delfi) e il recente “Operazione Salvataggio” (Chiarelettere), dedicato ai Monument men italiani e non solo.
La ricerca di queste 1.651 opere (le storie sono raccontate da filmati e documenti esposti nel museo) è iniziata subito nel dopoguerra da Rodolfo Siviero, il famoso 007 dell’arte incaricato dal Governo per il recupero delle opere d’arte trafugate dall’Italia durante la guerra.
Il MAIO ospiterà mostre temporanee: si è partiti con riproduzioni 1:1 di famosi capolavori salvati durante la guerra da Pasquale Rotondi, Soprintendente di Urbino, e altri funzionari delle Soprintendenze e nascosti a Sassocorvaro e Carpegna, nel Montefeltro marchigiano.
Tra i tesori d’arte recuperati nell’ultimo anno dai Carabinieri dello speciale Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: “Dormitio Virginis” di Andrea Di Bartolo, rubato alla famiglia Perkins di Lastra a Signa (Firenze) e per volontà testamentaria del mecenate inglese destinata ai frati della Basilica di Assisi; e “La carica dei Bersaglieri” di Michele Cammaranotrafugato all’8° Reggimento Bersaglieri di Pordenone, opere che si aggiungono ad altre come “Il Seminatore” di Jacopo Bassano, sottratto alla Galleria degli Uffizi di Firenze e recuperato a Springfield, negli Stati Uniti.
Info per visite guidate: Biblioteca di Cassina de’ Pecchi, Tel. 02.9529295, Mail: salvatoregiannella@yahoo.it
Tra le 1651 opere, ci sono opere d’arte romagnole, trafugate durante l’ultimo conflitto mondiale e ancora “prigioniere” di guerra.






