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Collaborazione con l’Accademia Nazionale di Agricoltura

(sito)

Origine
L’Accademia Nazionale di Agricoltura costituisce la prosecuzione storica della Società Agraria del Dipartimento del Reno nata a Bologna in forza della Legge sulla Istruzione Pubblica che il governo di Napoleone Bonaparte emana il 4 settembre 1802.
Sin dagli inizi l’Accademia ha operato al servizio dell’economia del territorio, promuovendo lo sviluppo dell’agricoltura e di conseguenza, lo sviluppo sociale e culturale dell’intera società, conformando la propria attività ai principi di autorganizzazione e di avanzamento delle conoscenze.
Nel 1938 la Società sceglie il nome di Accademia di Agricoltura assumendo il nome odierno di Accademia Nazionale di Agricoltura a partire dal 1960.

Storia
L’Accademia nasce nel 1807 con il nome di Società Agraria del Dipartimento del Reno grazie al titolo V della legge sulla Istruzione Pubblica emanata dal governo di Napoleone. L’istituzione di questo sodalizio è merito del conte Filippo Re, professore di Agraria e titolare della prima cattedra pubblica di Agricoltura e Rettore dell’Università di Bologna, che fin dagli inizi riveste un ruolo centrale nella sua costruzione, operando in linea con i grandi agronomi della tradizione della scuola bolognese – da Pietro de’ Crescenzi a Vincenzo Tanara – “nella promozione di esperienze e di metodi di coltura utili al miglioramento dell’agricoltura in generale”. Alla Società aderiscono coloro che “provatamente si dedicavano al miglioramento dell’agricoltura bolognese” considerata nell’insieme delle potenzialità delle sue valenze; la fitta corrispondenza con cultori della materia italiani e stranieri, i continui interscambi di esperienze, ed anche di sementi, con gli agricoltori fanno della Società un importante centro di propagazione di conoscenze teorico-pratiche che, travalicando i confini del Dipartimento bolognese, si pone come esperienza esemplare. Alla diffusione dei risultati contribuisce la pubblicazione degli Annali di Agricoltura del Regno d’Italia, istituiti dallo stesso Filippo Re, che permette alle innovazioni agricole di irradiarsi ampiamente in ambito nazionale ed internazionale. Nell’attività scientifica la sperimentazione assume un ruolo di primo piano anche per via della disponibilità del podere di Belpoggio che il governo napoleonico assegna alla Società fin dalla sua istituzione e dell’appannaggio fisso che l’amministrazione del comune di Bologna le attribuisce stabilmente.Dopo la prima guerra mondiale, la Società si trasforma in Accademia, assumendo il nome odierno a partire dal 1960: da questo momento l’Accademia ha sede nel palazzo dell’Archiginnasio, occupando la sala del Cubiculum Legistarum, ossia la “stanza dell’Università dei Giuristi”.La prima guerra mondiale impone periodi di stasi all’attività della Società, mentre il successivo ventennio fascista ne allarga il campo d’azione ai problemi connessi al colonialismo e all’autarchia cui le scelte politiche hanno condotto. A partire dal 1938 la Società sceglie il nome di Accademia di Agricoltura, che due anni dopo integra con la qualifica di Reale.Il secondo conflitto mondiale, con il suo pesante carico di distruzioni, contraddistingue gli anni dal 1940 al 1945: l’Accademia è minata sul piano fisico – con i bombardamenti del 29 gennaio 1944 all’Archiginnasio – e su quello dell’attività vera e propria, quasi del tutto annullata dalla radicale penalizzazione delle rendite del podere Belpoggio indotta dal processo inflattivo, al punto che il numero degli accademici si riduce a poche unità. Negli anni ’60, sotto la guida della presidenza di Giuseppe Medici, la crisi appare ormai superata: restaurata la sede con la ricostruzione del Cubiculum Artistarum (grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Bologna e dell’Istituto Regionale di Credito Agrario) all’Accademia è riconosciuto il carattere “nazionale” ed attribuita la relativa qualifica. Da questo momento, nuovamente costituito il corpo accademico, il sodalizio riprende appieno il proprio ruolo e la propria attività anche per incarico di diversi enti pubblici – come il Ministero dell’Agricoltura, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, ecc. – che commissionano la realizzazione di specifici studi su problemi centrali per la tecnica e l’economia agraria italiana, ponendo così l’Accademia tra gli organismi scientifico- culturali più avanzati e attenti nel campo dell’assistenza tecnico-scientifica ed economica dell’agricoltura, non soltanto italiana. All’attività dell’Accademia e dei suoi componenti si deve la fondazione nel tempo di diverse istituzioni la cui attività ha prodotto esiti positivi nell’agricoltura emiliana ed italiana e nel corpo sociale della nazione; tra queste la Scuola Superiore Agraria, poi Facoltà di Agraria, nata agli inizi del XX secolo grazie al supporto finanziario della Cassa di Risparmio di Bologna, per iniziativa di Cesare Zucchini, la Società Produttori Sementi, destinata alla selezione e diffusione di materiale vegetale eletto, promossa da Francesco Todaro, la Società Pro Montibus et Silvis, il Consorzio antifillossarico e l’Osservatorio di Economia Agraria per l’Emilia Romagna fondato nel 1925. Dal 1988, presidenza, uffici, biblioteca ed archivio storico sono insediati al primo piano di palazzo dei Pasi, al numero 11 di via Castiglione, mentre il Cubiculum Artistarum rimane destinato agli incontri pubblici.